L’espressione fortunata, ma davvero abusata, Nativi Digitali, indicherebbe una caratteristica dei nati dal 2000 in poi, ma in realtà nessuno nasce digitale, semmai si diventa digitalizzati! E questo è un bene oppure no?

La pedagogia seria comincia ad interrogarsi sugli effetti della digitalizzazione precoce e, soprattutto, sugli effetti che una immissione di tecnologia non correttamente guidata da adulti esperti, può avere sui cervelli in formazione dei bambini in età scolare.

Cerchiamo di tenere una posizione neutra, non a favore, non contro, e di fare qualche considerazione: la scuola deve essere inserita nel mondo e quindi deve dotarsi di una infrastruttura che consenta un uso appropriato di tecnologia e supporti digitali. Questo è un fatto. Ma l’infrastruttura e i supporti tecnologici devono essere usati da persone esperte ed è un fatto che né i docenti, né il personale non docente, né i genitori  sono sempre in grado di essere gli sparring partner di un bambino che inizia ad usare un device tecnologico! Il rischio in questo caso è il non uso, o l’uso non controllato: un bambino nel web è oggettivamente un bambino che corre pericoli. Quali? Senza addentrarsi nel ginepraio del criminalweb, il primo  reale danno che un bambino può subire dall’uso di un device senza controllo adeguato è di sviluppare dipendenza e quindi di utilizzarlo sempre di più fino a non poterne più fare a meno o a preferirlo ad altri passatempi. Non dobbiamo dimenticare che l’uso di un device si somma normalmente e comunque all’uso della televisione e qualche volta alla possibilità di accedere agli smart phone degli adulti. Utilizzi che hanno lo stesso problema: fruizione da fermi, in posture spesso viziate, con possibilità di sviluppare dipendenza. Banalmente.

Nativi digitali | Digitalizzazione precoce

Gli studi nei paesi che prima dell’Italia hanno inserito massicciamente tecnologia nel mondo dell’Education non lasciano spazio a molto ottimismo, al momento: per effetto di una non adeguata preparazione del mondo adulto di riferimento, reali potenziamenti cognitivi sembra  non ve ne siano. Se non  nella fascia degli studenti universitari o di quelle fasce della popolazione che per effetto di educazione e agio economico familiare risentono di effetti benefici generali.

E quindi? Probabilmente la risposta è attenzione e formazione degli adulti. Il presente e il  prossimo futuro ci presentano  delle ondate di studenti che risentono negativamente dell’utilizzo del digitale ( vedi l’espressione  adolescenti digitalmente modificati) ma l’adultizzazione della generazione dei nativi digitali normalizzerà il fenomeno nel tempo. Nel frattempo non possiamo d’altra parte, negare alcuni fenomeni estremamente positivi, come  l’accesso alle informazioni che per gli studenti attuali è enormemente più facile e quantitativamente più significativo rispetto ai loro genitori.

Quindi digitale si, con la necessaria preparazione!