Ripensare l’Educazione. Modelli a confronto e nuovi sistemi di valutazione
E’ una vera e propria rivoluzione copernicana quella che sta interessando il mondo della scuola e, segnatamente, della scuola primaria. L’agenda europea 2030 marca il tempo e gli obiettivi. I paesi segnatari del protocollo ONU dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile – UN 17 SDG- hanno ormai definito le agende di riforme per realizzare una scuola di qualità, inclusiva, promotrice di concetti di sviluppo e stili di vita sostenibili e diritti umani, diffusore di una cultura di pace e non violenza, patrocinatrice del più ampio concetto di cittadinanza globale, sostenitrice della ricchezza della diversità. Un laboratorio di vita, dove le persone trovino humus fertile allo sviluppo della propria identità e del proprio potenziale all’interno di un contesto di community, un contenitore che dia regole etiche e morali, che conferisca lo status di “cittadino del mondo”.
Ecco quindi che ad una scuola di conoscenze si affianca necessariamente una scuola di progetti, di processi evolutivi, di sviluppo di competenze globali, dove l’innovazione e la tradizione si integrano e si arricchiscono e trovano espressione nel curriculum che, per effetto dell’ autonomia scolastica, conferisce ad ogni scuola una sua personale identità.
Curriculum è il corpus di strumenti pedagogici che la scuola identifica per dar vita al percorso educativo- didattico, si ispira ad un modello pedagogico – o diversi modelli pedagogici – attinge conoscenze dal mondo reale e ad esso si adatta, si muove nelle linee del piano nazionale per l’Istruzione e non prescinde mai dalle discipline fondanti della coscienza e dell’identità.
Il curriculum identifica la scuola, è l’impalcatura del suo Piano d’Offerta Formativa, contiene gli obiettivi e i principi su cui basa la sua missione educativa, oltre naturalmente ai contenuti imprescindibili del corpus di conoscenze e di abilità.
Un curriculum che contenga insegnamenti solidi e ben strutturati, discipline innovative e formative, ma che soprattutto si rivolga allo sviluppo del potenziale del singolo all’interno della comunità umana, che lo aiuti a formare la sua identità personale e sociale, a prendere coscienza del suo ruolo nel mondo e nel tempo e lo formi al rispetto, all’empatia, all’ascolto delle sue e delle altrui emozioni, è un curriculum ben congegnato. Se questo sistema concorre allo sviluppo del singolo nella sua unicità, rispetta le sue tappe evolutive, dà voce ai suoi talenti, forma il bagaglio delle sue competenze, è certamente un curriculum ricco e prezioso.
Ecco che quindi, uno studente che segua il suo iter scolastico del primo ciclo in un contesto curricolare così articolato e consistente, ha diritto ad un sistema di valutazione altrettanto ben articolato e consistente dove lo spazio valutativo sia espressione del valore del suo percorso e non espressione di un giudizio.
Il nuovo sistema di valutazione si inserisce in quest’ottica ed è ispirato da criteri di osservazione totalmente innovativi. Il bambino è l’individuo che comincia lo sviluppo del suo potenziale, forma il suo bagaglio di conoscenze, costruisce le competenze che via via si fanno più complesse. In una espressione, pone le fondamenta della sua esistenza di individuo responsabile all’interno della comunità globale che contribuirà a rendere sostenibile e più equa.
Il bambino diventa autonomo nell’esercizio delle sue competenze e acquisisce capacità e conoscenze che gli consentono di muoversi in situazioni non note, ad affrontare il nuovo e l’inatteso, sviluppa una logica operativa, risponde ai bisogni della community; si crea la sua identità, impara a gestire le sue emozioni, sviluppa il complesso sistema di norme che regolano la vita sociale.
L’insegnante è colui/colei che lo guida alla scoperta della sua unicità nel sistema-mondo complesso e poliedrico: osserva e annota i suoi sviluppi, comprende i suoi disagi, intercetta le sue difficoltà, lo aiuta a superare gli ostacoli, accoglie i suoi successi.
Via quindi voti e giudizi sintetici che non si adattano a questo nuovo sistema e che creano inutili etichette e rispondono solo a criteri di giudizio banali e obsoleti. Via quindi valutazioni basate sulla singola performance che consente una visione parziale e spesso non reale. Sì a valutazioni analitiche e sistematiche, continue e coerenti che costituiscano il racconto della crescita, che mettano in evidenza il processo di apprendimento e non il prodotto della performance, che abbattano ansie e competizioni in questo momento essenziale e irripetibile dello sviluppo dell’essere umano.
Il Miur a questo scopo, ha costruito un impianto valutativo articolato – che viene man mano recepito e messo in pratica dalle istituzioni scolastiche – il cui nucleo essenziale è costituito dai quattro Livelli di apprendimento ( In via di prima acquisizione – Base- Intermedio – Avanzato ) che nulla hanno più a che fare con giudizi sulla performance, ma che aiutano l’insegnante a osservare con continuità e valutare con coerenza lo sviluppo delle prestazioni insieme con l’acquisizione delle competenze che il bambino deve raggiungere in questo importante stadio di sviluppo del sé. Lo sviluppo degli apprendimenti, lo sviluppo dell’autonomia, lo sviluppo della capacità di affrontare situazioni e compiti non noti con costanza e continuità si dipanano quindi nell’arco del processo di crescita in coerenza con esso ma nella libertà di ciascun individuo di convergere o divergere dallo standard in rapporto al proprio sviluppo personale e al proprio potenziale senza che questo diventi automaticamente un voto o una etichetta. Analogamente, l’occhio tecnico e vigile dell’insegnante rispetto agli obiettivi di apprendimento aiuta ad identificare precocemente eventuali divergenze anomale o difficoltà nell’apprendimento o nello sviluppo sociale che devono e possono essere affrontati con grande efficacia nella scuola primaria.
Ecco che, concludendo, nella nuova concezione della scuola primaria ( e non si dica più elementare! ) come fondamentale e irripetibile momento nella formazione e nello sviluppo dell’individuo cittadino consapevole membro della comunità umana e contributore alla sua sostenibilità, le figure del genitore e dell’educatore coscienti e responsabili interpreti dei rispettivi ruoli, sono gli ideali sponsor e sostenitori della sua crescita armoniosa e dello sviluppo coerente delle sue competenze.
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